Da allineamento ad autenticità: Zero Distance e scopo

martedì 14 ottobre 2025

7 minuti

Da Allineamento ad Autenticità

Zero Distance e Scopo

Traduzione di Priel Korenfeld

Ma se Zero Distance potesse significare qualcosa di più dell’efficienza nelle transazioni?

Il concetto di Zero Distance – reso noto da Haier – ha attirato attenzione per il suo approccio radicale nel connettere le organizzazioni con i propri stakeholder.
Tradizionalmente, viene inteso in termini di valore transazionale: eliminare le barriere affinché i prodotti raggiungano i clienti più velocemente e il denaro torni indietro con meno ostacoli.

Ma se Zero Distance potesse significare qualcosa di più dell’efficienza nelle transazioni?
Se potesse riguardare anche il valore umano – la capacità di creare relazioni in cui persone, clienti, partner e comunità si incontrano in modo autentico?

È qui che entra in gioco lo scopo, il purpose. Ed è qui che avviene il cambiamento: quando le organizzazioni si concentrano solo sull’allineare tutti ad un unico “scopo condiviso”, rischiano di appiattire l’individualità.
Quando invece abbracciano l’autenticità, Zero Distance passa dall’essere transazionale a essere davvero relazionale.

Ma se Zero Distance potesse significare qualcosa di più dell’efficienza nelle transazioni?

La trappola dell’allineamento

Il purpose è diventato una stella polare per molte organizzazioni. I leader definiscono visioni audaci, organizzano workshop di allineamento e invitano le persone a “vivere lo scopo aziendale”.
In apparenza, tutto ciò porta chiarezza e direzione. Ma quando lo scopo organizzativo viene imposto sullo scopo individuale, qualcosa si perde: l’individualità e l’autenticità.

“Allineamento” è un termine che suona potente, ma nella pratica può silenziare le differenze.
Se ci si aspetta che tuttə si allineino perfettamente a un’unica dichiarazione, la sfumatura e l’intuizione si dissolvono. Ciò che doveva unire le persone, finisce per allontanarle.
Negli ultimi dieci anni, sperimentando modelli come Holacracy, le pratiche Teal, gli approcci For-Purpose e altri ancora, ho visto questo schema ripetersi molte volte.
L’allineamento troppo spesso diventa una trappola.

"Allineamento" è un termine che suona potente, ma nella pratica può silenziare le differenze

Lo scopo come insieme di bisogni

Piuttosto che allineamento, vedo lo scopo come stratificato. Alla base ci sono i bisogni primari – cibo, riposo, sicurezza, benessere. Sopra si trovano bisogni di ordine superiore: dare senso al mondo, contribuire a qualcosa di significativo, creare, trasformare, avere un impatto.

Quando questi bisogni sono in equilibrio, raggiungiamo quello che Radical Purpose chiama “equilibrio” o che Love Not Fear descrive come uno spazio di amore: uno stato di chiarezza, intenzione e direzione. In questo spazio, le relazioni si approfondiscono, la creatività scorre, la resilienza cresce.  È qui che Zero Distance smette di essere transazionale e diventa profondamente umano.

Dare senso al mondo, contribuire a qualcosa di significativo, creare, trasformare, avere un impatto

Zero Distance, ripensato attraverso lo scopo

Quando andiamo oltre l’efficienza, Zero Distance diventa un modo per connettersi in modo autentico con ogni persona e gruppo coinvolto:

  • Le persone si sentono libere di portare la propria individualità, non solo di “adattarsi”: e questo stimola collaborazione e innovazione.  
  • I clienti incontrano persone reali, non maschere aziendali: e così nasce fiducia e lealtà.  
  • Le comunità vedono nelle organizzazioni partner sinceri, che agiscono con integrità e cura.  
  • Azionisti e partner beneficiano di un ecosistema più resiliente, che genera valore sostenibile.

In questa prospettiva, Zero Distance non riguarda semplicemente l’accorciare la distanza tra prodotto e cliente, ma l’eliminare la distanza tra le persone – le barriere di ruolo, gerarchia o allineamento forzato – perché possa fiorire l’autenticità.

Zero Distance diventa un modo per connettersi in modo autentico con ogni persona e gruppo coinvolto

L’autenticità come scopo

E questo ci porta al cuore del tema: l’autenticità.
Invece di tentare di allineare lo scopo individuale con quello organizzativo, la vera sfida è creare le condizioni in cui le persone possano vivere in modo autentico.
Il purpose non è uno slogan appeso al muro: è l’esperienza vissuta di individui i cui bisogni, a diversi livelli, sono in equilibrio.

Quando c’è autenticità, emerge un modo di relazionarsi da persona a persona. Ci si incontra come esseri umani, non solo come ruoli o funzioni.
È lì che nasce la fiducia, che le relazioni si rafforzano e che le soluzioni complesse emergono in modo naturale.

Il purpose non è uno slogan appeso al muro

Guardando avanti

Forse, dunque, la vera evoluzione è questa: passare da Zero Distance come valore di scambio a Zero Distance come relazione autentica. In questo senso, il purpose non è questione di allineamento, ma di condizioni che permettono all’autenticità di prosperare, ai bisogni di essere riconosciuti e alle persone di fiorire.

Negli ultimi dieci anni ho esplorato questi temi attraverso esperimenti di self-management e pratiche guidate dallo scopo.  Un’idea continua a tornare: la vera trasformazione non nasce dall’allineamento, ma dall’autenticità.

Zero Distance, quindi, non è solo un modello di management. È un’esperienza vissuta di autenticità – in cui le organizzazioni diventano più umane, le persone si connettono più direttamente, e lo scopo non è qualcosa a cui ci si allinea, ma qualcosa che si vive.

Zero Distance, quindi, non è solo un modello di management

Ways of Working

Il modo concreto in cui le persone collaborano dentro un’organizzazione. Non è solo “come lavoriamo”, ma come progettiamo insieme lavoro, riunioni, decisioni e informazioni.

Self Management

Per cambiare le aziende non basta cambiare i manager e i leader, bisogna evolvere le pratiche e modelli di organizzazione dei team, delle informazioni e delle decisioni, in direzione di una maggiore autonomia e indipendenza. Il self management permette alle persone

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