Quando si parla di innovazione organizzativa, pochi nomi risuonano quanto quello di Zhang Ruimin, fondatore di Haier e padre del modello RenDanHeYi. Dietro questa parola cinese, sulla quale si potrebbero spendere ore a snocciolare quei significati concentrici che solo gli ideogrammi cinesi sanno generare, c’è una delle trasformazioni più radicali del mondo del business contemporaneo.
Due parole su 人单合一 -ovvero RenDanHeYi – vanno spese giusto per abituare l’occhio e la mente ai concetti rotondi che contiene. In RenDanHeYi stanno insieme le persone (人), il valore d’uso (单) e l’unione radicale tra questi due elementi (合一). “Zero Distance” tra chi crea un prodotto e chi lo acquista è la formula più efficace per tradurre il tutto.
E Zero Distance è anche il nome del premio che viene assegnato ogni anno alle aziende che eccellono in questo processo virtuoso, sia sul mercato che nella consulenza. Quest’anno Kopernicana lo ha vinto, il premio, come azienda che si impegna a portare modelli “Zero Distance” accompagnando organizzazioni e persone. Lo abbiamo raccontato qui.
Zhang Ruimin, classe ‘49, una biografia degna di un romanzo di Mo Yan, lo scorso luglio è stato ospite di Var Group, azienda premiata già nel 2024 e con la quale Kopernicana sta lavorando a una trasformazione organizzativa di grande impatto, anche per i numeri di Var Group stessa.
In quell’occasione, abbiamo avuto modo di prendere qualche preziosissimo appunto.
L'incontro con Zhang Ruimin
La crisi dei modelli tradizionali
Tutto nasce da un’osservazione: il sistema dell’e-commerce, che sembrava un motore di crescita, oggi rischia di diventare autodistruttivo. Prezzi sempre più bassi, concorrenza spietata, margini ridotti all’osso. Come spiega Zhang: “Eravamo arrivati a un punto dove si rischiava di non avere più strada davanti”.
Il problema, aggiunge, è che questo modello concentra i guadagni nelle piattaforme digitali e scarica le perdite su produttori e clienti. Una dinamica insostenibile: “Ogni modello economico in cui non accade che tutte le parti traggano beneficio è destinato a crollare”.
Modelli economici, parti e benefici
Cosa significa RenDanHeYi
La risposta di Haier a questa crisi, come abbiamo detto, si chiama RenDanHeYi.
L’idea è tanto semplice quanto rivoluzionaria: collegare ogni persona (Ren) al valore creato per l’utente (Dan). In pratica, non ci sono più strutture rigide, ma micro-imprese autonome che vivono della loro capacità di soddisfare i clienti.
Il risultato è un’organizzazione distribuita, capace di adattarsi in tempo reale ai cambiamenti e dove la responsabilità non è delegata a pochi manager bensì diffusa su tutte le persone.
Rendanheyi
Zero Distance: sopravvivere nella complessità
Un’altra osservazioni di Zhang è che stiamo entrando in un’epoca in cui le barriere tra settori e industrie non hanno più senso: “Tutto si fonde, tutto si integra. E siamo di fronte alla fine dei confini tra settori, industrie, mercati, ruoli”. Per questo, il principio Zero Distance diventa centrale: aprirsi, contaminarsi, collaborare. Non è uno slogan, chiarisce Zhang, “ma una strategia di sopravvivenza”.
Zero Distance
Come si guida una trasformazione così
Il punto chiave è che non serve una rivoluzione dall’oggi al domani. La vera forza sta nell’adattamento progressivo. Zhang usa una metafora efficace: “Guidare un’impresa in trasformazione è come pilotare un aereo a quattro motori in alta quota. La mia priorità è non perdere portanza. Posso rallentare, posso spegnere un motore alla volta, ma mai perdere la direzione”.
La direzione, ribadisce, è chiara: co-creazione, valore condiviso, organizzazioni agili e collaborative.
Ma il metodo deve essere graduale: “La direzione deve essere chiara. Ma il metodo dev’essere progressivo, mai distruttivo”.
Mai perdere la direzione
Dal prodotto all’esperienza
Un altro pilastro del modello è il passaggio da un’economia basata sugli oggetti a una fondata sulle esperienze. Non basta vendere un divano o una lavatrice: bisogna offrire scenari, soluzioni personalizzate, servizi integrati. “Le aziende devono passare dalla vendita di prodotti alla creazione di esperienze”, insiste Zhang.
È una prospettiva che trasforma radicalmente il rapporto con i clienti: non più consumatori passivi, ma co-creatori di valore.
Trasformare radicalmente il rapporto con i clienti: non più consumatori passivi, ma co-creatori di valore
Una lezione per tutti
Il RenDanHeYi non è una ricetta precostituita. È piuttosto un invito: abbandonare l’illusione del controllo totale, superare la logica estrattiva delle piattaforme, e costruire un’economia più equa e resiliente.
Zhang Ruimin lo riassume con semplicità: “Meglio un esempio vivo che mille ordini. La trasformazione si guida, non si comanda”.
In un mondo dove le certezze svaniscono e i confini si dissolvono, che abbiamo provato a raccontarvi anche nel nostro Speciale Tempi Moderni il modello Haier mostra una strada possibile: un’impresa fatta di persone libere e responsabili, connesse tra loro e con i clienti, unite dall’obiettivo comune di creare valore che sia davvero condiviso.
La trasformazione si guida, non si comanda
Una lettura consigliata è The ZeroDX Journey: FROM IDEA TO PRACTICE TO COMMUNITY racconta come il modello RenDanHeYi di Haier abbia dato vita al concetto di Zero Distance: eliminare ogni barriera tra le persone e il valore che creano, restituendo dignità e responsabilità a chi lavora.
Ma potete anche iscrivervi al nostro workshop, qui

Workshop Zero Distance — 2 dicembre, online h 17.30
Te lo racconteranno Priel Korenfeld e Joshua Volpara in un incontro -in collaborazione con la in collaborazione con la Rebel Cell italiana– dedicato ai principi del modello RenDanHeYi e alle nuove pratiche organizzative ispirate al lavoro di Haier, alle esperienze fatte in questi anni con Kopernicana con una rete ampia di professionisti e aziende che hanno messo le “mani in pasta”.
Due ore insieme e un’occasione per esplorare come autonomia, collaborazione e valore condiviso possono trasformare il modo di fare impresa.